Passaporto vaccinale, cresce l’attesa per la ripresa del turismo

Il passaporto vaccinale potrebbe ridare impulso al turismo, un settore trainante per la nostra economia.

16 Aprile 2021

Con la vaccinazione di massa che sta proseguendo spedita, ci si sta lentamente scuotendo dal torpore della pandemia e si sta cercando, in qualche modo, di ricominciare a vivere una vita normale.

Per fare in modo che la popolazione ricominci ad uscire dalle proprie abitazioni, è necessario che la stessa non corra alcun rischio e l’idea al momento più accettata dai governi è quella dell’utilizzo del passaporto vaccinale.

I primi ad usarlo sono state le compagnie aeree che probabilmente sono il settore maggiormente colpito dalla pandemia; i primi in assoluto sono state Air China e Air New Zealand e anche le compagnie USA si stanno muovendo in tal senso nonostante ancora regni una gran confusione intorno agli eventuali pass.

La Casa Bianca sarebbe voluta partire con un documento basato sul QR code, ma si è dovuta per il momento fermare a causa della “babele” delle 16 iniziative già in campo: da quella di New York a quella OMS, passando per il Travel Pass della IATA (trasporto aereo) e la Vaccine Credentials Initiative di alcune aziende private come Microsoft, Oracle e Salesforce.

Cosa attesta il passaporto vaccinale?

Di certo non attesta che abbiamo debellato il Covid-19, ma soltanto che noi individui siamo protetti contro il virus (e comunque non sappiamo per quanto tempo durerà la nostra “protezione” e se veramente ci potrà proteggere da tutte le varianti).

Chi potrà accedere ai nostri dati personali/i nostri dati sono al sicuro?

È questa, dal nostro punto di vista, la domanda più importante! Ovvero, finché ci rechiamo in aeroporto il problema non si pone poiché le compagnie aeree hanno già gran parte dei nostri dati personali e sensibili. Di fatto siamo già abituati a fornire tutti i nostri dati ad altre entità (istituti di credito,, PA, tanto per fare degli esempi) perché sappiamo che dietro queste entità esistono regole e norme, in primis il GDPR, che obbligano le stesse a proteggere adeguatamente i nostri dati.

Ma lo scenario cambia se in futuro dovessimo mostrare il nostro certificato vaccinale anche al pub o ad un evento, contesti che abitualmente non vengono in contatto con i nostri dati sensibili se non quelli anagrafici.

Da quanto comunicato pochi giorni fa da Thierry Breton, commissario Europeo all’industria, in UE si è deciso di optare per un QR code da mostrare (l’alternativa era l’utilizzo di una App mobile), ma quanto possiamo essere ragionevolmente sicuri che il QR code non possa essere contraffatto?

Gli esempi non mancano:

La moda del momento, negli USA, è quella di fotografare il certificato di vaccinazione per pubblicarlo sui social ma queste schede contengono informazioni personali come il nome del proprietario, la data di nascita e il luogo di vaccinazione. La pubblicazione di queste schede potrebbe aiutare i truffatori a creare e vendere schede false o persino a compromettere account?

La risposta è Si!

Si stanno diffondendo schede vaccinali contraffatte che contengono informazioni errate sulla vaccinazione con il rischio di mettere in pericolo l’intera popolazione statunitense. Le schede sono spesso vendute online ed arrivano vuote, quindi gli acquirenti possono riempirle a loro piacimento.

Generalmente sono acquistate da coloro i quali non vogliono essere vaccinati o non sono ancora stati vaccinati ma che temono di trovarsi in situazioni per le quali potrebbe servire un documento simile.

Oltre l’illegalità e l’immoralità del reato, queste schede possono rappresentare un pericolo per la sicurezza della popolazione: chi vorrebbe salire su un aereo se qualcuno avesse una scheda falsa?

Questo dilemma (negli USA c’è anche l’aggravante che non esiste un database nazionale con riferimento alle vaccinazioni per cui si è costretti a fidarsi del cartaceo) se lo è posto anche l’Unione Europea, parlando della necessità di individuare una tecnica di certificazione che non si presti a falsificazioni e a furti di dati personali.

Il pass vaccinale potrà essere un ulteriore passo verso la ripresa delle attività e della nostra socialità, ma dovrà essere ben regolamentato e strutturato, dovranno essere previsti controlli adeguati e le persone dovranno essere sensibilizzate ulteriormente (Awareness) sulla necessità di mantenere comportamenti idonei ed in linea con i dettami della privacy e la protezione dei dati.